I necci… ah che bontà culinaria. Mi conquistarono subito, dalla prima volta che gli assaggiai.
Considerati da molti gli antenati poveri delle crêpes, i necci sono i dolci tipici della Montagna Pistoiese a base di farina di castagne e riempiti con la ricotta di pecora fresca (N.B.: nella versione lusso anche con scaglie di cioccolato e/o canditi).
È il dolce per eccellenza dei contadini, che avevano poche cose a loro disposizione: tanto tempo e le castagne, come dice il proverbio "O che muguli o che un tu muguli, pan di legno e vin di nuvoli". Traduzione "E' inutile che ti lamenti, ci son polenta di castagne e acqua". In queste zone il castagno, infatti, rappresentava un’importante risorsa e il neccio era il pranzo di taglialegna e carbonai, ma anche il dolce che accompagnava il fine pasto durante i pranzi di famiglia.
La base dell’impasto, è composta da farina di castagne, acqua e sale. Nonostante la semplicità degli ingredienti, bisogna fare molta attenzione alla loro tecnica di cottura per mantenere inalterata la tradizione, per la quale sono necessari sia una buona dose di esperienza che appositi strumenti chiamati testi, dei dischi in metallo rotondi da far riscaldare sul fuoco del camino.
Se “un vi garba” la ricotta, i necci possono essere consumati:
- a biuscio, termine dialettale che sta per "senza condimento"
- guercio, con l'aggiunta di una sottile fetta di pancetta prima della cottura o come riempimento. Nel secondo caso si preferisce qualche fetta rotonda di rigatino
- incicciato, con l'aggiunta di pasta di salsiccia, direttamente nell'impasto o come riempimento. Questa versione è tipica del paese di Pracchia e più in generale in tutta la Montagna Pistoiese
- con la nutella, farcito con abbondante crema di cioccolato. Ovviamente questa versione non appartiene alla tradizione, ma conta numerosi appassionati, specialmente tra i giovani.
Questo è il periodo ideale: programmate una gita sulla Montagna Pistoiese, ordinate un buon neccio… e leccatevi i baffi!
Nadia Norio
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